Nel 2011 siamo stati coinvolti in un progetto dell'artista rovatese Beppe Bonetti che, partendo dall'idea dello spazio infinito, senza confini, ha progettato la realizzazione di sfere che simboleggiano da un lato il frammento di un universo più vasto, dall'altro un mondo a sé stante dotato di vita autonoma e dinamica.

Come abbiamo collaborato con l'artista Bonetti? Abbiamo creato 3 sfere d'acciaio di grandi dimensioni verniciate a forno e altre 50 di dimensioni ridotte esposte in occasione della 54esima Biennale di Venezia del 2011.

Il progetto prende il nome da quello che l'artista considera essere un errore di Parmenide, filosofo greco vissuto nel 500 a.C. Secondo Parmenide, la verità è rotonda, e la sfera è indice di perfezione: rimane uguale a sé stessa da qualunque punto la si guardi. Tutto ciò che è esterno alla sfera è un non-essere. Ma se esiste uno spazio esterno, come non ammettere elementi in quello spazio? Vi si possono trovare anche degli oggetti, quindi. E qui sta il presunto errore.

Beppe Bonetti ha rielaborato questo errore concettuale dando risalto a trattini, colori e frammenti che si intersecano, si sovrappongono e che esistono oltre il confine della sfera. Il fascino dell'opera è dato proprio dal "non-essere".

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